venerdì 8 luglio 2011

Saperlo e non volerlo accettare: Giacinto un esempio.


Un esempio per molte generazioni, uno sportivo esemplare, un presidente solerte e attento... e impotente! Impotente perchè non gli permettevano di svolgere appieno ed in maniera limpida le proprie mansioni, di sviluppare in maniera coerente e continua la propria passione: Un campione vero, un'immagine linda e inappuntabile, un'icona che non può essere scalfita dalle mirate illazioni degli ultimi giorni.
Un PM che vuole essere protagonista, alla stessa stregua dei comprimari della triade, arbitri affiliati e componenti della cosca! Palazzi, nuovo esemplare di magistrato pubblico, e non nel senso di pubblico ministero, ma di personaggio che vuole destare scalpore ad ogni sua mossa. Una prima donna, che dopo aver "irriverentemente" intaccato l'onore della vecchia signora, forse per un rossore suscitato da un sentimento di lesa maestà,
vorrebbe gettare fango ai piedi di un bronzo di Riace, qual'è Facchetti. Un Bronzo inattaccabile, e non perchè contrariamente a quello che si vuole far credere  è impossibilitato a difendersi, perchè probabilmente avrebbe affrontato con la flemma che lo aveva sempre contraddistinto questa vergognosa analisi aleatoria e superficiale, bensì perchè le testimonianze dei maggiori esponenti del nostro calcio (escluso il diretto interessato, il rampollo di casa Agnelli che a furor di popolo e, aggiungerei, per offuscare le carenze di gestione che lo hanno contraddistinto fino adesso ha spinto verso queste conclusioni il pm), persone stimate e rispettabili, come Riva, Rivera, Baggio, Cellino, hanno una valenza etica superiore. Telefonate neanche minimamente paragonabili a quelle effettuate da Sir moggi, uno che, sia chiaro, non aveva solo il telefono come mezzo di convincimento ma anche l'intimidazione e la minaccia. Il mondo del calcio italiano ruotava intorno ad una sola figura, ricca di proseliti che con l'artefatto intimidatorio erano costretti o ad affiliarsi alla loggia o a combatterla.... e perdere. E Giacinto era uno di questi: come lo erano i neofiti del calcio Lotito, Della Valle. Diversa la situazione che fu di Foti e di Franza, i quali vivevano e sopravvivevano come succursali della cosca. Meani ed il Milan erano sicuramente i meno soperchiati dalla Triade, ma pur sempre partecipi. D'altra parte viuncevano solo rossoneri e bianconeri, si spartivano campioni ed introiti e.... vittorie. Forse per sudditanza verso Monsignor Berlusconi, che in quanto a cosche di esperienza ne aveva e ne ha da vendere, il Milan non era tra quelle squadre che non vincevano mai.
Dunque il tentativo di difendersi da un sistema è una colpa? la manifestazione di protesta seppur inascoltata è reato? il richiedere un trattamento parimenti adeguato rispetto le altre compagini è reato?
L'unico reato di Giacinto è stato quello di non ritirare la propria squadra da campionati palesemente truccati e pilotati. Lasciate in pace "il giovane angelo che girava senza spada"!
leggi l'articolo di Marco Travaglio---> QUI

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