domenica 5 giugno 2011

Il Papa a Zagabria, ancora su coppie di fatto e contraccettivi

Papa Benedetto XVI

La notizia ce la propone l'agenzia Ansa:

(ANSA) - ZAGABRIA, 5 GIU - Un appello alle famiglie a fare figli senza paura e' arrivato oggi dal Papa, durante la messa a Zagabria, alla presenza di 300mila fedeli. No alla convivenza, ha detto il Papa, riaffermando 'il valore unico e insostituibile della famiglia fondata sul matrimonio'. L'apertura alla vita - ha detto il Papa, e' 'segno di apertura al futuro' aggiungendo di non avere paura di impegnarsi per un'altra persona. Il Papa ha anche ribadito la necessita' di leggi che sostengano le famiglie.

-Il solito tram tram di una chiesa bloccata cronologicamente al medioevo, che ancora una volta, attraverso le parole del suo più illustre portavoce, si schiera contro l'evoluzione umana, si fossilizza nei preconcetti ante moderni. La chiesa non ammette le nuove culture, le nuove aperture nei confronti di giovani che diversificano il proprio vivere sociale per potersi affacciare in maniera duttile alle novità, per lo più negative del mondo contemporaneo. La crisi economica e la disoccupazione non sono idee aleatorie e utopistiche alle quali il giovane di oggi non deve far fronte: la vera utopia è insita nei canonici concetti clericali, La Ekklesia non ammette la mentalità giovanile ed evidentemente no ne considera, ponderandone le cause, i reali problemi; Parlare ancora oggi, nel pieno di un cataclisma economico mondiale, di cosa è giusto o meno fare per una "apertura al futuro" cristallizzandosi su forme moralistiche da un retrogusto da Inquisizione, vuol dire non prendere atto delle necessità della stragrande maggioranza dei giovani di oggi, il "vero" futuro del mondo. 

giovedì 2 giugno 2011

Referendum del 12-13 giugno, ecco i testi



Per una maggiore chiarezza circa i 4 testi del referendum ecco cosa riporteranno le schede:


Ansa - Sono quattro i quesiti oggetto del referendum del 12 e 13 giugno: due sull' acqua, uno sul ritorno al nucleare e l'ultimo sul legittimo impedimento a comparire in aula di giustizia per chi è impegnato in attività di governo.

ACQUA - Uno è sulla cosiddetta 'privatizzazione'', l'altro sui 'profitti' legati alla commercializzazione della risorsa. Nel primo quesito, come hanno spiegato i promotori del referendum, si chiede in sostanza l'abrogazione dell'art. 23 bis (dodici commi) della Legge n. 133/2008, relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica. Il secondo quesito propone "l'abrogazione dell'art.154 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (c.d. Codice dell'Ambiente), limitatamente a quella parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico è determinata tenendo conto dell' "adeguatezza della remunerazione del capitale investito"
NUCLEARE - Il quesito recita così: "Volete che siano abrogati i commi 1 e 8 dell'articolo 5 del dl 31/03/2011 n.34 convertito con modificazioni dalla legge 26/05/2011 n.75?". Il titolo del quesito, riformulato dalla Cassazione alla luce delle norme introdotte col decreto 'omnibus', sarà: "Abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare".
LEGITTIMO IMPEDIMENTO - Ecco il quesito: "Volete voi che siano abrogati l'articolo 1, commi 1, 2, 3, 5 e 6, nonché l'articolo 2, della legge 7 aprile 2010, n. 51, recante 'Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza'?". La norma introduce la possibilità per chi è impegnato in attività di governo di non comparire nelle aule di giustizia

mercoledì 1 giugno 2011

La Reazione è partita dal Nord, seguiamone le orme.

Giuliano Pisapia, primo cittadino di Milano

Incredibilmente uno dei fortini del PDL è crollato. Ha ceduto all'esigenza di rinnovamento del popolo, che insegue la vera libertà: Liberarsi da un peso divenuto insostenibile, quello del centrodestra e del  suo primo paladino, troppo spesso messo su di un piedistallo e sopportato ad oltranza. Il cavaliere ha perso il proprio castello, dopo aver visto cadere alleanze, militanti e amici, ha dovuto subire una sconfitta, netta, perentoria, senza possibilità di rivincita. Il sindaco di Milano, la città-stato di Berlusconi, è di sinistra. L'impensabile s'è avverato, proprio adesso, in quello stesso momento in cui gli escamotages berlusconiani si erano esauriti, anche la pazienza dei milanesi è cessata. Il popolo ha scelto l'erede delle proprie ansie, la risposta alle proprie afflizioni, Pisapia, bistrattato e calunniato pesantemente, ha colto una vittoria che ha un sapore molto forte, una vittoria senza appello. Il centrodestra, dopo aver perso per strada i finiani, viene condannato dalle urne e dai suoi stessi alleati: persino i militanti del Carroccio adesso recriminano per l'immobilismo berlusconiano; dopo le scaramucce sull'intervento armato in Libia la frattura sta diventando via via un istmo invalicabile. Invalicabile come il muro del castello Milanese, fino a domenica scorsa. Invalicabile come la fermezza con cui i napoletani hanno risposto ai compatrioti milanesi. De Magistris è la risposta all'insostenibilità della situazione partenopea: La cattiva gestione o totale noncuranza del problema dei rifiuti è stata solo la punta di un iceberg con basi solide. Tante risposte si sono succedute nella penisola, tante sconfitte per il centrodestra. Adesso, l'unico appoggio per il cavaliere proviene dalla Sicilia, terra di facili conquiste prima della DC e poi di Forza Italia e Pdl. Una terra che deve far tesoro dei predecessori Lombardi e Campani, una terra che ha bisogno di far crollare quel muro di staticità, così pesantemente indotto dal conservatorismo di uomini filoberlusconiani.
Svegliatevi siciliani, mancate solo voi.