I Rotoli del Mar Morto sono da ieri consultabili sul web grazie ad una iniziativa congiunta del Museo Israel di Gerusalemme (dove gli originali sono conservati) e di Google, che ha provveduto alla loro digitalizzazione. Il sito che li ospita è dds.collections.imj.org.il. Finora vengono proposti al pubblico i primi cinque rotoli: fra questi spicca il libro di Isaia, quasi nella sua interezza (66 capitoli), tracciato da uno scriba nel 125 a.C. Grazie alla tecnologia di Google (che nei mesi scorsi ha già immesso nel web l'archivio fotografico del Museo dell'Olocausto) è possibile ingrandire a volontà le immagini e mettere in luce così elementi che non sarebbero visibili ad occhio nudo.
All'interno di ciascun Rotolo è anche possibile compiere ricerche per colonna, capitolo, o versetto. Viene inoltre fornita una traduzione in inglese. Dunque si tratta - secondo i responsabili del Museo Israel - di uno sviluppo importante per i ricercatori di tutto il mondo. I Rotoli del Mar Morto furono scoperti nelle grotte di Qumran - dove duemila anni fa si era insediata una setta di ebrei esseni - a partire dal 1947, e poi anche in anni successivi. Sono considerati un punto di riferimento importante per lo studio della evoluzione del pensiero monoteista.
L'articolo è uscito su Corriere della Sera, finalmente molti ricercatori del mondo, per merito del web (e di google che non se ne perde una) possono concentrarsi su questi documenti di valore inestimabile evitando di affrontare spese inaccessibili e di dover trovare autorizzazioni elitarie.
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