Secondo una ricerca pubblicata dalla JAMA Neurology i pesticidi (come il DDT), tutt'oggi utilizzati sebbene vietati da almeno 40 anni in parecchi Paesi (compresa l'Italia), sarebbero acceleranti per i soggetti che potenzialmente contraggono l'Alzheimer.
Infatti, i ricercatori della
Rutgers University hanno sottolineato nella loro ricerca che tali pesticidi
amplificano il rischio di contrarre
l'Alzheimer: oltre ad aggravarne gli effetti a livello neurologico.
Tutti quegli anziani che sono pertanto soggetti a contrarre l'Alzheimer e che, quindi, volenti o nolenti, vista la particolarità della malattia che attacca il sistema nervoso a più livelli potrebbero avere necessità di assistenza
domiciliare specifica per il loro stato, secondo questo studio, sarebbero in larga parte messi a
rischio dall'uso in agricoltura dei pesticidi, che non accenna a smettere. In particolare verso quei soggetti che hanno già superato i 60 anni di età.
L'esperto del settore, Jason
R. Richardson, professore associato presso il Dipartimento di Medicina
Ambientale e del Lavoro presso la Robert Wood Johnson Medical School e membro
dell’ Health Sciences Institute (EOHSI) sottolinea inoltre: “Credo che questi
risultati dimostrino che una maggiore attenzione dovrebbe essere focalizzata
sui potenziali inquinanti ambientali e la loro interazione con la
suscettibilità genetica. I nostri dati possono aiutare a identificare coloro
che sono a rischio per
la malattia di Alzheimer e potrebbero potenzialmente portare ad una
diagnosi precoce e a un risultato migliore.”