Non basterà una città grande come Roma per accogliere in grembo una passione smisurata come quella dei Palermitani. Improvvisamente il famoso detto "tutte le vie portano a Roma" si è materializzato in un amore mai celato, per una squadra in procinto di scrivere la propria storia, ma in special modo, la storia di una città, di un intero popolo. L'evento, il grande evento, ha sicuramente amplificato un amore per due colori, il rosa ed il nero, che stanno tingendo le vie di Palermo: bandiere esposte nei balconi, appese alle finestre, allegri festoni sembrano unire le abitazioni da parte a parte, tra le strette vie del centro e tra le neoformazioni viarie metropolitane non si coglie distinzione. Una coesione di cori e speranze, sventolii e sogni arricchiscono l'aria del capoluogo siciliano, per un week end, capitale del calcio. Non solo uno sport, non solo una coppa, peraltro mai vinta da squadre isolane, ma un nuovo barlume di luce che affiora alla fine di un apparentemente infinito tunnel. Delle migliaia di tifosi che inonderanno di allegria e colore la capitale d'Italia, la stragrande maggioranza non conosceva la trascinante passione della squadra del Palermo fino a pochi anni fa: Il Palermo insieme con il tifoso di vecchia data ha sofferto traversie economiche, rifondazioni, ha visto passare presidenti e allenatori, giocatori ignoti o poco noti, si è dovuto accontentare spesso e per lunghi tratti di restare relegato in serie minori e, ovviamente, meno affascinanti per il grande pubblico. Otto anni fa un presidente facoltoso e sanguigno ha colto l'occasione: Ha dedicato la propria passione e il proprio portafoglio ad una città che ribolliva e trasudava voglia di grandi platee a lei più consoni. Ad ogni azione una reazione, un presidente con le idee chiare, tifosi sinceri con una passione sempre presente (anche negli scontri salvezza contro squadre del blasone di Battipagliese o scontri ricchi di fascino come Castel di Sangro e Nocerina o Juve Stabia) ai quali andavano via via unendosi nuove leve, neofiti del calcio, addirittura nuovi scopritori di una squadra sempre esistita! Un esodo giustificato da nuovi e stimolanti palcoscenici, vecchi e nuovi tifosi, chi meno chi più opportunista del caso, questo e il quadro che si va man mano dipingendo in quel di Roma. I Ragazzi ci regaleranno quello che nel 1987 sembrava solamente un miraggio!
sabato 28 maggio 2011
lunedì 23 maggio 2011
23 Maggio 1992, la vittoria di Mafia e Servizi Segreti
Commemoriamo una data, commemoriamo un giudice, un eroe, un martire. Commemoriamo una strage, improvvisa, calcolata, tentata più volte e quel giorno, "finalmente" riuscita!
Un magistrato che ha voluto dedicare la propria vita, la propria carriera, alla ricerca di quello che non deve essere scoperto. Ci sono cose che posso essere divulgate, perché si vuole che vengano divulgate, altre non devono essere scoperte, nessuna indagine, nessuna ricerca: la testardaggine si paga con la vita.
Ci sono poteri più che centenari, che mantengono l'anonimato, che si celano dietro coltri nebbiose e immagini ricostruite a tavolino: la massa deve sapere quello che può sapere, quello che in realtà vuole sapere. L'omertà di cui è stata sommersa la cultura siciliana non è altro che il nutrimento del secondo e terzo stato; Non è certo prerogativa di un popolo preso a modello da poteri che ne hanno saputo sfruttare le "potenzialità tradizionali". Ad uno stato pubblico corrispondono altri stati segreti e potenti, ai quali il primo è, e deve essere, sottomesso. Falcone, baluardo di una magistratura acerba ed ingenua, ha pagato per essersi intromesso in cosa loro.
Massimo Ciancimino, Gaspare Spatuzza, nuovi collaboratori di giustizia, seguaci di Buscetta, sappiate che i vostri papelli e dichiarazioni, i vostri "signor Franco", le vostre "presunte" riunioni Vito Ciancimino-Provenzano, le vostre "aleatorie" incertezze su mandanti e fautori della strage, rimarranno sempre verba volantes!
Ecco cosa sostiene Julienews.it [Rispoli], un articolo che ripercorrendo i fatti dell'89 ci conduce al '92, un articolo che fa riflettere e su cui noi poniamo l'accento:
sabato 21 maggio 2011
La Chiesa, Il nuovo gioco di Ruolo.
Il Prete sieropositivo è l'ultima figura inventata per questo gioco!
Preti, chierici, giovani seguaci, vecchi bigotti, nuovi negromanti del sesso, sono alcune pedine di un gioco di ruolo.
Il Master esplica l'obiettivo finale: conquistare il mondo. Per chi non conosce le modalità di gioco: Il Master è colui che dopo aver dato gli obiettivi, traccia i percorsi da seguire, detta le regole e sta al di sopra di tutto e tutti. Il gioco si svolge sulla mappa della terra, ogni prete ha la sua chiesa, luogo inespugnabile per moralisti, pensatori e nuovi adepti del non cattolicesimo. Sono invece i benvenuti gli altri protagonisti del gioco: Fanciulli inermi e seguaci di un ordine stabilito da adulti privi di discernimento morale; Vecchi bigotti assuefatti ad una situazione lampante, con le menti oscurate da un percorso utopico, fantastico. Poi ci sono i fedeli semplici, soldatini privi di consapevolezza, seguaci di un generale noto, ma di cui non si conoscono le iniziative e le finalità d'intervento.
I Ruoli dominanti:
- Master (il Papa) o il "puparo"
- Generale (gli Arcivescovi) comandano grandi territori
- Tenente (Vescovi) comandano piccoli territori
- Maresciallo (Preti) comandano piccoli quartieri
- Caporale (Bigotti consapevoli) come i mercanti, vendono in giro per i quartieri l'invendibile, si mescolano al popolo.
- Soldato semplice (Fedele Ignaro) mescolato al popolo svolge un ruolo inconsapevole ma fondamentale per il disegno del Master.
I Ruoli dominati:
- Re ( i presidenti delle nazioni)
- Arci Duca (i governanti delle nazioni)
- Duca (i governanti delle regioni)
- Conte (sindaci e capi delle forze dell'ordine)
- Anziani
- Giovani
- Fanciulli
Tirate il vostro dado:
Ogni personaggio svolge il proprio ruolo nel proprio ambito, c'è chi domina e chi subisce. Per dare il via all'azione il Master farà un esempio: Un giovane (il più basso grado dei dominati) ha tre possibilità di scelta. 1. entra nell'ordine e studia per diventare dominante armato. 2. diventa dominante semplice, diffonde in borghese i voleri del Master. 3. non intraprende la via dell'illuminazione: in quest'ultimo caso oltre a rimanere un "dominato" sarà soggetto, fino al raggiungimento dell'età adulta, del potere della Negromanzia Sessuale, una magia esercitata da preti, vescovi sui bambini indistintamente, fino al momento della scelta, poi sui giovani che non seguono il percorso tracciato.
Il Master non condivide(?) il potere della Negromanzia, anche se Machiavellicamente condivide ogni mezzo necessario al raggiungimento dei propri scopi, un dominio totale delle menti.
Fate la vostra scelta, siate un dominante o un dominato, o peggio, un ibrido e da oggi è disponibile una nuova figura: "Il Reclutatore" Un giovane massimo 18enne che deve svolgere il ruolo di tramite tra il prete e il fanciullo vittima della Negromanzia. Ah dimenticavo! Se sei un bambino/a non hai possibilità di scelta!
giovedì 19 maggio 2011
I Nazca, disegni e figure gigantesche nel Perù
La Piantina dei disegni misteriosi, Nazca Lines Archaelogical Map |
Sul suolo arido del Perù meridionale, l'antico popolo dei Nazca ha tracciato dei segni, invisibili ad altezza d'uomo, ben definibili ad un'altezza di circa 500 metri.
Ignorati sino agli inizi del Novecento, i segni, le necropoli della civiltà Nazca sono stati studiati per la prima volta dall'archeologo tedesco Max Uhle. Da allora numerose ipotesi si sono fatta per dare una sommaria definizione della funzionalità e dell'uso di quei giganteschi segni sull'arida terra del Perù.
Alcuni studiosi ritengono che fossero delle incisioni telluriche ricalcanti un gigantesco calendario astronomico.
Altri come segni zodiacali speculari a costellazioni, altri ancora ritennero opportuno, rifacendosi alle usanze dei popoli nomadi del centro-sud America, indicare i segni come luoghi-altare su cui le tribù commemoravano i propri avi, quindi un punto di vista per lo più religioso-antropologico.
Condor |
La civiltà di Nazca è una popolo del Perù meridionale vissuta tra il II e VI secolo d.C., il nome “Nazca” è preso appunto dalla zona in cui essi vivevano,l’altopiano di Nazca, un vasto deserto della pampa che estende per circa 50 Km che a quei tempi era molto fertile. I Nazca erano una civiltà molto sviluppata e intelligente, basti pensare al complesso sistema di acquedotti della città diCahuachi, che nonostante i secoli è ancora funzionante. Questa civiltà nasconde alcuni segreti, perchè è fiorita all’improvviso e poi è scomparsa altrettanto repentinamente? Cosa sono le misteriose linee di Nazca?
La sensazionale scoperta risale al 1920, quando un piccolo aereo, allora ancora poco utilizzato, sorvolando la piana di Nazca scoprì vide sul terreno qualcosa di molto strano: la zona era piena di gigantesche figure stilizzate dianimali, figure geometriche e lunghissime linee rette, se alcuni disegni sono relativamente piccoli altri raggiungo lunghezze di 200 m. Queste linee sono praticamente dei solchi, non molto profondi, praticati sul terreno ed è proprio per la loro grandezza che non si riescono a vedere da terra, rimanendo così nascoste per parecchi secoli. Pensate che sono stati contati più di 300 disegni per un totale di tredicimila Km di linee e che gli animali rappresentati fanno parte realmente della fauna della zona.
Ma come faceva una civiltà di quel tempo a creare delle opere così faraoniche e soprattutto che funzioni avevano queste linee?
L’aspetto stupefacente delle linee di Nazca è la precisione con la quale sono state fatte, degna dei più bravi ingegneri del nostro tempo; alcuni studiosi ipotizzano che i disegni venivano prima realizzati su stoffa e poi realizzati, chiaramente con proporzioni maggiori, sul terreno con l’aiuto di corde, paletti e compassi di legno. Il contrasto delle linee col terreno si otteneva rimuovendo le pietre superficiali lungo le linee, così facendo il colore più chiaro delle pietre sottostanti faceva da contrasto col terreno; si pensa inoltre che le linee fossero utilizzate come un percorso celebrativo, ecco perchè le linee sarebbero così ben marcate, in quanto ogni giorno erano percorse da centinaia di persone.[complottiemisteri]
Astronauta |
Primate |
Ragno |
Quindi le linee di Nazca non sono altro che dei percorsi utilizzati in passato per celebrare gli Dei? Alcuni dicono di no, secondo questi le linee erano destinate a qualcosa di pù grande!
Secondo Gerald Hawkins, un astronomo dell’osservatorio di Washington, i disegni di Nazca hanno allineamenti stellari simili a quelli di Stonehenge e non solo, il disegno chiamato “il grande rettangolo” coinciderebbe con la costellazione delle Pleiadi nel periodo in cui è stato creato.Ad aumentare la dose di mistero ci pensa il famoso disegno del “Ragno”, l’animale in questione è una ragno che vive solo nell’Amazzonia e presenta una particolarità che non è sfuggita alla civiltà di Nazca: l’organo riproduttivo del ragno è una minuscola escrescenza posta sulla terza zampa, talmente minuscola che è visibile solo al microscopio! Fin qui niente di strano, peccato che questa piccola escrescenza è presente anche nel famoso disegno! E non mi sembra che 1500 anni fa il microscopio fosse uno strumento conosciuto, anzi!
Una civiltà che lascia comunque trasparire, aldilà delle interpretazioni, più o meno attendibili, un'organizzazione tribale guidata da una classe dominante forte e autoritaria capace di comandare contadini e manodopera anche nella costruzione di grandi opere.
In conclusione, le conoscenze bio-scientifiche (Ragno), astrologiche-astronomiche, sono già di per sé di grande valore, ma suscita un maggiore stupore la figura dell'Astronauta, evidentemente ignoto in quel periodo...o forse no!
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sabato 14 maggio 2011
I Pitti, un popolo ricco di mistero
In un panegirico del 297 d.C., il retore gallo Eumenio, menziona i Pitti per la prima volta. La più antica testimonianza dell'esistenza di un popolo dalle mille sfaccettature, storiche e mitologiche.
Il nome con cui sono conosciuti ("Picts" in inglese) sembra essere derivato dal vocabolo latino "pictus" (dipinto), appellativo con il quale i Romani li avrebbero soprannominati a causa della loro abitudine di pitturarsi o, come alcuni credono, di tatuarsi i corpi nudi. Molti studiosi non concordano con quest’interpretazione e ritengono che il nome sia invece derivato dalla corruzione fonetica da parte dei Romani del nome originario in lingua pittica e fanno notare, a riprova della loro ipotesi, come stranamente nessuna menzione di una tale usanza non sia mai stata fatta, anche dai cronisti più antichi.
Sono molte le leggende sui Pitti che sono state tramandate e si sono alimentate nei corsi dei secoli.
Nell’anno 731, nella sua "Storia della Chiesa" in Inghilterra, riprendendo una tradizione inventata e utilizzata ai suoi tempi come propaganda politica dagli Scoti, il Venerabile Beda scrive che i Pitti, giunti in Irlanda dalla lontana Scizia, chiesero della terra agli Scoti e questi li mandarono allora a popolare il nord della Britannia. Ai Pitti giunti senza donne, gli Scoti offrirono loro persino le loro figlie, a patto che avessero continuato proclamare il loro re seguendo una discendenza matrilineare (cioè: con l'ovvio fine di rendere sempre possibile una legittima ripresa del territorio).
Nel XII secolo, nella "Historia Norvegiae", il poeta e storico islandese Snorri Sturlason descrive invece i Pitti come dei Pigmei che vagavano il mattino e di sera, ma che a mezzogiorno perdevano la loro forza ed erano costretti a nascondersi dentro a buche scavate nel terreno. Si tratta ovviamente di una descrizione tipica della mitologia medioevale, ma la leggenda dei piccoli Pitti dimoranti sotto terra sopravvisse per molti secoli. La tradizione vuole, ad esempio, che i Vichinghi che per primi giunsero a Rousay, nelle isole Orkney, non osassero sbarcarvi perché avevano visto apparire sulle loro coste piccoli esseri, simili ad elfi o troll, brandenti lance scintillanti. E ancora Sir Walter Scott credeva che le gallerie dei villaggi di pietra preistorici (che ai suoi tempi si pensava erroneamente fossero stati edificati dai Pitti) fossero strette e basse a causa delle piccole dimensioni di quel popolo.
Se è vero che l’origine dei Pitti è avvolta dall’oblio della storia, non esistendo documenti scritti al riguardo, è altrettanto vero che oggi l’alone di mistero che li ha circondati per tanti secoli si è in parte dileguato. E' ormai assodato, ad esempio, che essi non giunsero in queste terre dal mare, ma che furono invece i diretti discendenti della popolazione autoctona occupante il territorio scozzese sin dall' Età del Ferro.
È altresì condivisa l' ipotesi che la loro cultura fu fortemente influenzata, nel lungo lasso di tempo che intercorse tra il 4700 a.C. e il 500 a.C., dall' arrivo delle varie ondate migratorie di popolazioni indoeuropee, ibere e celtiche delle quali assimilarono credenze religiose e rituali cerimoniali.
Ai tempi di Tolomeo i Pitti non presentavano unità politica; egli infatti ne parla come di un insieme di dodici tribù e anche Tacito scrive che alcune di loro si erano unite contro l' esercito di suo suocero Agricola nell'83 d.C.. Nel III secolo Cassius Dio menziona la presenza nelle regioni scozzesi di due grosse tribù, i Caledonii e i Maeatae. Anche da molte altre fonti classiche l'idea generale che se ne trae è che i Pitti fossero internamente distinguibili in due grandi gruppi che, a partire dalla metà del IV secolo, divennero noti con i nomi di Verturiones e Dicalydones.
Secondo una tradizione, ancora viva nel IX secolo, il loro territorio sarebbe stato suddiviso in sette province nominate dal nome dei sette figli del primo re e padre eponimo di quel popolo, Cruittne (Cruitni era, infatti, il nome dei Pitti Gaelico). Sebbene non si tratti che di una leggenda, sono in molti a ritenere fondata l'ipotesi che il territorio fosse suddiviso in un certo numero di distretti.
In realtà non si può dire molto di più. Non sappiamo neppure come i Pitti si chiamassero tra loro e se riconoscessero il concetto stesso di un nome unico o di uno stato unitario.
In termini storici i Pitti sono considerati entità politico-sociale a partire dal tempo della spedizione di Agricola. Sappiamo che erano stanziati al di sopra del Vallo di Antonino (circa 150 chilometri a nord del più famoso Vallo di Adriano), che non furono mai assoggettati al dominio romano e che furono agricoltori, pescatori, allevatori ma, soprattutto, come i loro avi Celti, guerrieri tenaci, valorosi e terribili. Pare anche assodato che essi furono effettivamente divisi in due gruppi che, per comodità, sono indicati come Pitti del Nord e Pitti del Sud.
Il loro regno raggiunse il suo apice durante il VI secolo d.C., nello stesso periodo in cui nella Scozia occidentale si installarono i Dal Riata, anche conosciuti come Scotti, provenienti dall' Irlanda. Con gli Scotti, giunse anche in queste terre il Cristianesimo al quale i Pitti progressivamente si convertirono.
Poi nel IX secolo d.C., la dinastia dello scotto Kenneth mac Alpin prese il sopravvento, gettando le basi della nascita della attuale nazione scozzese. Il territorio, un tempo dei Pitti assunse il nome di "Alba", nome con cui ancora oggi in gaelico si chiama la Scozia e che venne nei secoli successivi esteso a tutta l' isola britannica, come Alban o Albion, e di loro non rimase traccia.
Alcuni, volendo alimentare il mistero, li vorrebbe addirittura considerare un popolo "scomparso". Più credibilmente essi furono gradualmente inglobati dalle popolazioni gaeliche.
"Carden" (bosco), "pert" (foresta), "lanerc" (spazio senz’alberi, radura), "caer" (forte), "pren" (albero), "aber" (confluenza, foce di un fiume) sono parole che sono fatte risalire al loro antico linguaggio, anch’esso sconosciuto mancando fonti scritte, anche se si ritiene facesse parte del ceppo Gallo-Britanno della famiglia del Celtico, a sua volta ramo della madre lingua Indo-Europea.
Come in altre parti d' Europa è la toponomastica che conserva prefissi riconducibili alla lingua perduta. "Pett/Pit" stava, ad esempio, ad indicare un insediamento e sopravvive tuttora nei nomi di diverse città (Pitcairn, Pittlochry... ), così come "Pen" (Penrith, Penmaenmawr, Penarth, ...). In Italia ritroviamo la stessa radice nei luoghi un tempo abitati dalle popolazioni celtiche e non ci sorprenderà dunque scoprire che i nomi degli Appennini e dei Monti Pennines inglesi hanno una comune origine!
Fu solamente a partire dal XVI secolo che l' interesse degli studiosi iniziò a rivolgersi ai Pitti, per merito di John White, divenuto famoso per i suoi disegni di indiani completamente ricoperti di tatuaggi da lui incontrati partecipando alle spedizioni di Sir Walter Raleigh nel Nuovo Mondo.
White pensò di aver trovato la prova tangibile che quanto si raccontava dei Pitti potesse corrispondere alla realtà e ipotizzò un parallelo tra l' usanza dei "nobili selvaggi delle Americhe " e quella degli antichi abitanti della Scozia. La sua teoria scatenò l'interesse della gente comune e del mondo scientifico inglese ed i Pitti divennero argomento di discussione e studio.
Ovviamente molte furono le ipotesi e le dotte diatribe tra le varie correnti di pensiero. Nel XIX secolo, dalla pura speculazione si iniziò a considerare l'attendibilità documentaria degli eventi storici annessi.
Fu infatti nel 1819 che vicino al villaggio scozzese di Fife fu scoperto un piccolo tesoro. Questo, sebbene non fosse subito attribuito ai Pitti, conteneva alcuni oggetti che portavano incisi simboli identici a quelli che erano stati scoperti su alcune pietre erette scolpite, presenti qua e là in tutta la Scozia. La cosa destò scalpore e diversi ricercatori iniziarono a volgere la loro attenzione verso quelle pietre sino allora ignorate.
venerdì 13 maggio 2011
IL CAFFE' CONTRO IL TUMORE AL SENO.
Le donne che bevono caffe' hanno una minore possibilita' di ammalarsi di tumore al seno. In particolare, questa bevanda ha un effetto protettivo per il cancro al seno negativo al recettore per gli estrogeni, cioe' un sottotipo di tumore che non risponde al trattamento per ridurre la produzione di estrogeni, denominato anche ER-negativo.
Circa il 25-30% di tutti i tumori della mammella sono di questo tipo. Un gruppo di ricercatori svedesi del Karolinska Institutet ha confrontato gli stili di vita e il consumo di caffe' in due gruppi di donne della stessa eta', con diagnosi di tumore e sane.
Stando ai risultati della ricerca che e' in via di pubblicazione sulla rivista ad accesso libero Breast Cancer Research, le bevitrici di caffe' avevano una minore prevalenza di tumore del seno rispetto a quelle che ne bevono raramente.
Gli autori hanno considerato anche gli altri fattori di rischio per l'insorgenza del tumore, come il fumo, l'eta' della menopausa, l'esercizio fisico, il peso, lo status socioeconomico e familiarita' per lo stesso tumore. Ponderati questi elementi e' emerso piu' chiaramente come l'effetto protettivo del caffe' sul tumore del seno era statisticamente significativo solo per il tumore del seno ER negativo. [Ansa]
Castello a Mare, Palermo, una fortezza secolare
Il Castello a Mare si erge, nella forma in cui oggi è ancora possibile ammirarlo (per la verità molto modesta per via di numerose demolizioni), all'estremità Nord-ovest di Palermo, sulla penisoletta formata dall'insenatura della Cala. Edificato dagli Arabi, era un vero e proprio fortino difensivo: la prima fortificazione difensiva in opposizione agli attacchi via mare.
Pisani, Veneziani ecc.. avevano la possibilità di navigare fin sotto le mura Ovest della città: infatti, il golfo della cala, diversamente dall'estensione odierna, giungeva fino all'attuale Via Roma, dove l'incontro dei due fiumi che circondavano Balarm (questo il nome di Palermo nella pronuncia araba), il Papireto a Nord ed il Kemonia a Sud, creavano una conca in cui era facile sbarcare. Il Castello a Mare oggi presenta numerose differenze rispetto alla sua edificazione (intorno la metà del IX sec. a.C.) poiché nel corso dei secoli ha dovuto subire numerosi bombardamenti e demolizioni. Da Torre-Fortezza, nel XVI sec., divenne residenza dei viceré di Sicilia e in seguito sede siciliana del Tribunale dell'Inquisizione. Numerose costruzioni di segrete e fossati difensivi risalgono proprio a quel periodo. Ri-assunta la funzione difensiva con i Borboni, il Castello subì cospicui attacchi e smantellamenti. Parzialmente demolito con cariche di dinamite per ampliare il porto di Palermo nel 1923, subì ulteriori danni durante la seconda guerra mondiale.
A tutt'oggi sono riscontrabili elementi architettonici ed artistici ascrivibili all'epoca Arabo-Fatimita (i resti del grande Maschio) e Normanna (il torrione).
Edward Rutherfurd, I Principi d'Irlanda. Recensione
Edward Rutherfurd, I PRINCIPI D'IRLANDA
Ed. Oscar Mondadori-bestseller
Sangue, acciaio, magia. È questo il mondo di Ibernia, come veniva chiamata l'Irlanda dagli antichi romani. Una storia, lontana più di mille anni, che ci appare come uno spettro e si fa lentamente strada, con fascino, con un'autorevolezza fuori dal comune. Davanti a noi sfilano le favolose divinità pagane, i bardi, i druidi, le terre remote e selvagge dell'estremo Nord. Fatti e leggende si intrecciano: la missione evengelizzatrice di san Patrizio, la cristianizzazione dell'isola,
sabato 7 maggio 2011
venerdì 6 maggio 2011
La Loggia P2, Massoni ieri, al comando oggi
I principali programmi stilati dalla P2, dalle riunioni segrete, dagli incontri sotto traccia, internazionali e nazionali, hanno oggi il loro pieno riscontro.
1981:
La notizia la dà il telegiornale della notte: la presidenza del Consiglio dei ministri ha deciso di rendere pubblici gli elenchi della loggia massonica P2, l’associazione segreta che il Maestro venerabile Licio Gelli chiama «l’Istituzione». È il 20 maggio 1981. L’Italia è scossa: di quella loggia misteriosa si parla ormai da molto tempo, ma ora i suoi componenti prendono un nome e un volto. E gli italiani scoprono che esiste un potere sotterraneo, un governo parallelo, uno Stato nello Stato. Negli elenchi della loggia sono iscritti i nomi di quattro ministri o ex ministri, 44 parlamentari, tutti i vertici dei servizi segreti, il comandante della Guardia di finanza, alti ufficiali dei Carabinieri, militari, prefetti, funzionari, magistrati, banchieri, imprenditori, direttori di giornali, giornalisti…[Altrainformazione]
Moltissimi uomini noti si riuniscono in questa setta segreta per programmare il futuro dell'Italia, senza alcun piglio democratico, quest'élite ha smosso denaro, uomini, capi di governo, editori, giornalisti, politici, a proprio piacimento.
Numerosi i colpi di stato, gli assassinii, rapimenti e falsi rapimenti, atti di terrore riconducibili alla Loggia Massonica P2. con a capo Licio Gelli.
Licio Gelli
Gelli era arrivato al vertice della P2 dopo una onorata carriera come fascista, simpatizzante della Repubblica di Salò, doppiogiochista con la Resistenza, collaboratore dei servizi segreti inglesi e americani, infine agente segreto della Repubblica italiana. Volonteroso funzionario del Doppio Stato: soldato, come tanti altri fascisti e nazisti, arruolato nell’esercito invisibile che gli Alleati avevano approntato, dopo la vittoria contro Hitler e Missolini, per combattere la «guerra non ortodossa» contro il comunismo. Entrato nella massoneria, aveva contribuito a selezionare, dentro l’esercito, gli ufficiali anticomunisti disposti ad avventure golpiste. Nel colpo di Stato (tentato) del 1970 aveva avuto un ruolo di tutto rispetto: suo era l’incarico di entrare al Quirinale e trarre in arresto il presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, quello che mandava telegrammi a raffica che finivano sempre con un bel «viva la Resistenza, viva l’Italia». Poi il golpe non ci fu, sospeso forse dagli americani, ma la «guerra non ortodossa» continuò, con una serie di stragi che insanguinarono l’Italia. Fino al 1974, anno di svolta. Allora la strategia della guerra segreta contro il comunismo cambiò: basta con la contrapposizione diretta, con i progetti apertamente golpisti, sostituiti da una più flessibile occupazione, attraverso uomini fidati, di tutti gli ambiti della società, di tutti i centri di potere. La massoneria (o almeno una parte di essa) fornisce le strutture e le coperture necessarie a organizzare questo club del Doppio Stato, questo circolo dell’oltranzismo atlantico. Nasce la P2 di Licio Gelli. In cui poi, all’italiana, entrano anche (e per alcuni soprattutto) le protezioni, le carriere, gli affari e gli affarucci. [Altrainformazione]
Un uomo dalle mille risorse, dai milioni di allacci e legami, dalle conoscenze importanti e di peso, capace con un suo movimento di smuovere la politica e l'economia di tutto un paese ed oltre.
Tra le tessere della P2 spiccano nomi di uomini ormai fuori dal mondo attivo dell'economia, della politica e dell'informazione, ma anche uomini di peso consistente, Vittorio Emanuele di Savoia, Maurizio Costanzo e....la tessera 1816: Silvio Berlusconi.
Oggi il più noto degli iscritti alla P2 è Silvio Berlusconi, tessera numero 1816. Per la P2 Berlusconi ha subito la sua prima condanna, ormai definitiva: per falsa testimonianza. Nel 1990, a Venezia, viene infatti giudicato colpevole di aver giurato il falso davanti ai giudici, a proposito della sua iscrizione alla loggia. L’anno prima, però, c’era stata una provvidenziale amnistia.
Quando parla della P2, Berlusconi se la cava, di solito, con qualche battuta. Eppure l’iscrizione alla loggia è stata determinante per i suoi primi affari immobiliari. Per esempio per ottenere credito dalla Banca nazionale del lavoro (controllata dalla P2, con ben otto alti dirigenti affiliati) e dal Monte dei Paschi di Siena (era piduista il direttore generale Giovanni Cresti). Conclude la Commissione Anselmi: gli imprenditori Silvio Berlusconi e Giovanni Fabbri (il re della carta) «trovarono appoggi e finanziamenti al di là di ogni merito creditizio». Ma poi, fatte le case, bisogna venderle. E non fu facile, per Berlusconi. Lo soccorse, agli inizi della sua carriera di immobiliarista, un «fratello» della loggia segreta, il napoletano Ferruccio De Lorenzo, già sottosegretario liberale in un governo Andreotti e padre di Francesco, futuro ministro della Sanità e imputato di Mani pulite: Ferruccio De Lorenzo acquistò, come presidente dell’Enpam (l’Ente nazionale previdenza e assistenza dei medici italiani) prima due hotel a Segrate, poi decine di appartamenti di Milano 2. L’Enpam decise poi di affidare a Berlusconi anche la gestione del teatro Manzoni di Milano, controllato dall’ente.
Il "nostro" Premier ha fatto carriera, Economicamente, il bravo imprenditore che si è fatto da solo, non ha fatto altro che sfruttare i canali preferenziali messigli a disposizione dalla setta, Politicamente, ha messo mano ad un programma già ben delineato e lo sta portando a compimento...
Quando Gelli parla di Berlusconi, è lapidario: «Ha preso il nostro Piano di rinascita e lo ha copiato quasi tutto», dichiara all’Indipendente nel febbraio 1996. Il Piano di rinascita democratica era il programma politico della P2. Fu sequestrato il 4 luglio 1981 all’aeroporto di Fiumicino, nel doppiofondo di una valigia di Maria Grazia Gelli, figlia del Venerabile. Riletto oggi, risulta profetico. Prevede, infatti, di «usare gli strumenti finanziari per l’immediata nascita di due movimenti l’uno sulla sinistra e l’altro sulla destra». Tali movimenti «dovrebbero essere fondati da altrettanti club promotori». Nell’attesa, il Piano suggerisce che con circa 10 miliardi è possibile «inserirsi nell’attuale sistema di tesseramento della Dc per acquistare il partito». Con «un costo aggiuntivo dai 5 ai 10 miliardi» si potrebbe poi «provocare la scissione e la nascita di una libera confederazione sindacale». Per quanto riguarda la stampa, «occorrerà redigere un elenco di almeno due o tre elementi per ciascun quotidiano e periodico in modo tale che nessuno sappia dell’altro»; «ai giornalisti acquisiti dovrà essere affidato il compito di simpatizzare per gli esponenti politici come sopra». Poi bisognerà: «acquisire alcuni settimanali di battaglia», «coordinare tutta la stampa provinciale e locale attraverso un’agenzia centralizzata», «coordinare molte tv via cavo con l’agenzia per la stampa locale»...insomma...Il Programma di Forza Italia prima e dell'odierno PDL, basato su percorsi definiti da una setta segreta e basata sulla delinquenza e sull'illegalità.
Il figlioccio di Andreotti, il fantoccio di Gelli, la rovina dell'Italia.
Nella storia italiana non si butta via niente, c’è una continuità di fondo con il peggio delle nostre vicende, fatte di un anticomunismo eversivo, bancarotte e spoliazioni di denaro pubblico, politica corrotta, stragi, morti ammazzati, rapporti inconfessabili con le organizzazioni criminali. Il passato, il tremendo passato italiano, deve sempre restare non del tutto chiarito, perché i dossier, gli uomini, i segreti, i ricatti che da quel passato provengono possano essere riciclati nel futuro. Da questo punto di vista, la parabola di Silvio Berlusconi, uomo «nuovissimo» che viene dal passato vecchissimo di Gelli e affiliati, è la parabola dell’Italia. [Altrainformazione].
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giovedì 5 maggio 2011
I fratelli Graviano, "mai conosciuto Dell'Utri e Mangano"
I due Ex Boss della mafia sentiti oggi in merito alle stragi del '93-'94, e dei Georgofili, si sono dichiarati estranei ai fatti. Per di più hanno aggiunto di non essere stati in rapporti col mondo Fininvest, di non avere mai avuto a che fare con Marcello Dell'Utri e con lo "stalliere" di Arcore Mangano (anche se Giuseppe ha preferito non rispondere in merito). Entrambi, Filippo e Giuseppe si dicono pentiti per il passato ma di non volere alcun favore dallo stato.
In merito alle accuse mosse dall'altro pentito Gaspare Spatuzza, il quale ha additato ai fratelli Graviano, sia le stragi che i rapporti pluriennali tra i due boss e i capitalisti del nord (fininvest), Filippo e Giuseppe affermano di trovare "una marea di contraddizioni".
Prosegue l'iter processuale dei due boss di Brancaccio, ma fino ad ora non emerge nessuna novità in merito alle accuse mosse, nessuna confessione in merito a rapporti (ben assicurati da altri pentiti) con l'entourage di Berlusconi, ma prima o poi qualche nodo verrà sciolto dalla magistratura. Dovremmo parlare noi di contraddizioni nelle deposizioni dei vari pentiti, ma molti di essi sono concordi nell'affermare tutto il contrario di quanto sottolineato dai Graviano.
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mercoledì 4 maggio 2011
E Lui neanche sa chi è Lukashenko....il video della gaffe di La Russa
Ministro La Russa beccato mentre chiede delucidazioni sull'identità del noto Capo del Governo Bielorusso Lukashenko....
Un suggerimento di lettura, M. Pizzuti, "Rivelazioni non autorizzate"
Marco Pizzuti, Rivelazioni non autorizzate
Un libro che sviscera le ombre che si celano sotto gli avvenimenti mondiali
Molti interrogativi riguardo ai grandi capovolgimenti della storia qui trovano inquietanti risposte. I documenti raccolti da svariati ricercatori sono ormai in grado di dimostrare come un super-governo ombra, diretto dall’alta finanza internazionale, coordina da tempo le azioni e i programmi dei nostri rappresentanti di ogni colore politico per realizzare disegni di dominio assoluto, di globalizzazione. Si tratta di ciò che la massoneria ama eufemisticamente definire “Nuovo Ordine Mondiale”, un piano secolare che contempla la concentrazione di tutte le risorse del pianeta nelle mani di una infima élite di superbanchieri. Solo conoscendo i retroscena e gli obiettivi delle società occulte a cui sono appartenuti e appartengono tutt’ora tutti i maggiori protagonisti della storia possiamo provare a comprendere realmente il passato, il presente, e forse anche il nostro futuro. Un’analisi dettagliata e approfondita del vero ruolo esercitato dalle società segrete nel corso della storia. Un libro esplosivo che fa finalmente luce su eventi epocali, come i conflitti mondiali, il terrorismo internazionale e la nascita delle grandi ideologie. È solo fantapolitica, come amano farci credere le versioni ufficiali? [Ed. Ilpuntod'incontro]
Il Mio è un consiglio alla lettura, mi pare interessante, soprattutto per via della conoscenza di numerosi articoli scritti dall'autore della controinformazione, puntuali e affascinanti oltre che ben documentati.
martedì 3 maggio 2011
Obama, mostreremo i fotogrammi della sepoltura...e a sparare è stata una guardia di Bin laden
Adesso potrebbe diventare una barzelletta.
Obama ha risposto agli annunci e alle accuse di falsa morte del capo di Al Qaeda:
Il Presidente degli USA indispettito dalle voci (moltissime) che mettevano in discussione la veridicità della morte di Bin Laden ha deciso di mostrare le immagini della morte e della sepoltura del Terrorista numero uno.
Nonostante siano fotogrammi violenti, con immagini cruente non esiterà a darle in pasto al pubblico, ardentemente voglioso di verità...solo che i maggiori esperti sulla controprova dell'autenticità delle immagini...sono già in mano americana.
Incredibilmente, dopo le accuse di assassinio e dopo che le agenzie riportavano le parole del Presidente ("Kill") scritte sul "pizzino" consegnato ai militari:
Osama si sarebbe fatto sparare dalla sua guardia del corpo per non essere catturato e torturato dagli americani......dunque si smonta tutto ciò che è stato affermato ieri, nessun ordine del Presidente, nessuno sparo da parte dei Navy Seals...tutto voluto da Bin Laden, gli USA non hanno nessuna colpa....
lunedì 2 maggio 2011
Osama, tutte le ombre dell'assassinio di un fantasma
Hanno annunciato di averlo ucciso.
Bin Laden...almeno dovrebbe essere lui!
Probabilmente Bin Laden è davvero morto, ma non ci sono certezze, sulla data della morte, sul luogo dove effettivamente si trovi il corpo, sulle dichiarazioni, sia lato USA che lato Al Qaeda.
Analizziamo alcune delle innumerevoli contraddizioni ed ombre che velerebbero la verità:
1) Bin Laden, affermano da tempo, è morto per un problema ai reni ormai da 10 anni, non ha ricevuto le dovute cure di dialisi e non ce l'ha fatta. Nessuna conferma. Nessuna certezza sulla veridicità delle smentite.
2) Le cellule di Al Qaeda da tempo colpiscono pseudoautonomamente dal suo (ex?) leader. Le cellule terroristiche hanno vita propria, crescono, si sviluppano e ramificano nelle periferie delle metropoli, s'insinuano dal basso nei buchi del sistema. I progetti uniscono le cellule sparse nel globo, ma sono vecchi di anni. Ogni singola cellula attende il momento proficuo per poter colpire. Si autogestiscono dopo aver avuto le direttive base che ne hanno dato l'origine e la collocazione.
3) L'interventismo, a volte criticato a volte meno, degli USA non ha più ostacoli anche negli altri ambiti in cui è concentrato. Nessuno adesso, con tutte le feste, parate e rappresentazioni di cui è disseminata l'America, si sognerebbe mai di opporre resistenza alla politica interventista USA.
Entriamo nei dettagli odierni:
1) L'assassinio è stato confermato dal "pacifista" Obama, senza specifiche né chiarimenti. Almeno in principio.
2) I chiarimenti sono arrivati: il corpo è stato seppellito in mare! Chi potrebbe ritrovarne la salma qualora fosse sul serio seppellita nel luogo menzionato?
3) Ok, l'operazione top secret imponeva l'alone di mistero circa la missione, ma la teatralità statunitense ci ha abituato a ben altre rappresentazioni di potere manifesto.
4) La Cia fa subito intendere che Al Qaeda risponderà prestissimo: Start al clima di terrore...
5) I maggiori capi di governo stanno al gioco e partecipano al balletto e ai fuochi di giubilo, senza far attendere la propria commossa condivisione del blitz.
6) Subito le dichiarazioni a conferma dell'evento:"fatti test sul DNA che confermano l'identità di Bin Laden", tutto ciò successivo a foto stranamente filtrate dal Pakistan volutamente modificate....ma non se ne conosce il motivo.
7) Arriva anche la voce grossa di Al Qaeda: "colpiremo USA e Pakistan".
Tutte le dichiarazioni, i comunicati, i test confermano in maniera inoppugnabile quanto afferma l'amministrazione USA, non importa se magari il quadro risulti un poco troppo perfetto.
Siamo evidentemente innanzi al primo passo di quello che P. Joseph definisce Zeitgeist Moving Forward .
Pakistan ammette falsità della foto diffusa
Inutile continuare a divagare sulla veridicità di un'immagine chiaramente falsa...
anche perchè: "Le reti televisive pachistane, che hanno diffuso oggi una foto presentandola come quella del cadavere di Osama Bin Laden, hanno ammesso che si trattava di un falso e l'hanno ritirata.
Obama conferma, è stato ucciso Bin Laden
Il mondo sembra essersi liberato di uno spauracchio perseguito per anni. 10 per l'esattezza.
Dopo l'annuncio del presidente americano sembra essere "fatta"! Ma Al Qaeda non era più comandata solo dall'uomo che sedeva al tavolo con Bush. Al Qaeda è un modo di essere e di vivere, ma soprattutto di morire, di tutti i suoi seguaci. Le cellule terroristiche sparse nel mondo, non ricevono ordini dall'alto all'ultimo minuto: i progetti del terrorismo sono scritti e decisi, i manichini di Al Qaeda si muovono silenziosi, si inseriscono nelle realtà, per anni e poi colpiscono. Avremo ancora tanto da parlare degli attacchi di Al Qaeda, quasi che Bin Laden non avesse lasciato, nolente, il timone della nave del terrorismo.
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domenica 1 maggio 2011
Libia, Gheddafi perde il figlio più giovane ma la scampa ancora.....
Bombardato l'edificio in cui si trovava Gheddafi. Il colonnello e la moglie si salvano, mentre perdono la vita il figlio più giovane e tre nipoti.
[tgcom] I jet della Nato hanno ucciso in un raid Saif al-Arab, 29 anni, il figlio più giovane di Muammar Gheddafi e tre nipoti del Colonnello. Il leader libico, che si trovava con l'ultimogenito in un edificio di Tripoli, è rimasto illeso. Lo riferisce il portavoce del governo.
Gheddafi si trovava nell'edificio colpito da un raid della Nato ma è rimasto illeso. Nella casa di Saif al-Arab si trovava anche la moglie del Colonnello, anche lei sopravvissuta alle bombe.
Festa a Bengasi
I ribelli di Bengasi hanno accolto la notizia dell'uccisione dell'ultimo figlio di Gheddafi con urla di giubilo e continue salve di mitra sparate in aria. "Sono così contenti che Gheddafi abbia perso suo figlio che stanno sparando in aria per celebrare l'evento", ha dichiarato il colonnello Ahmed Omar Bani, portavoce militare del Consiglio Nazionale Transitorio di Bengasi.
Chi era Saif
Saif al-Arab Gheddafi era il sesto ed ultimo figlio del leader libico. Era nato nel 1982. Figlio di Safia Farkash, la seconda moglie di Gheddafi, Saif al-Arab era anche il figlio più "gaudente" e meno coinvolto nella gestione dello Stato.
Dal 2006 ha studiato a Monaco di Baviera alla "Tecnische Universitat". Qui è rimasto coinvolto in una rissa con una guardia del corpo di un nightclub per difendere la fidanzata che era stata allontanata dal locale. La polizia tedesca nel 2008 gli sequestrò la potente Ferrari 430 per l'eccessivo rumore del motore che si divertiva a mandare fuori giri di notte. Lo stesso anno fu sospettato di contrabbandare armi da Monaco a Parigi in un'automobile con targa diplomatica. Il caso però fu lasciato cadere dalla procura del capoluogo bavarese.
Gheddafi fortunato
Gheddafi per la seconda volta sopravvive ad un bombardamento aereo. Era il 15 aprile 1986 i caccia-bombardieri F111 Usa su ordine dell'allora presidente Ronald Reagan effettuarono un bombardamento su Tripoli ma anche quella volta il Colonnello se la cavò, anche se perse la figlia adottiva
Festa a Bengasi
I ribelli di Bengasi hanno accolto la notizia dell'uccisione dell'ultimo figlio di Gheddafi con urla di giubilo e continue salve di mitra sparate in aria. "Sono così contenti che Gheddafi abbia perso suo figlio che stanno sparando in aria per celebrare l'evento", ha dichiarato il colonnello Ahmed Omar Bani, portavoce militare del Consiglio Nazionale Transitorio di Bengasi.
Chi era Saif
Saif al-Arab Gheddafi era il sesto ed ultimo figlio del leader libico. Era nato nel 1982. Figlio di Safia Farkash, la seconda moglie di Gheddafi, Saif al-Arab era anche il figlio più "gaudente" e meno coinvolto nella gestione dello Stato.
Dal 2006 ha studiato a Monaco di Baviera alla "Tecnische Universitat". Qui è rimasto coinvolto in una rissa con una guardia del corpo di un nightclub per difendere la fidanzata che era stata allontanata dal locale. La polizia tedesca nel 2008 gli sequestrò la potente Ferrari 430 per l'eccessivo rumore del motore che si divertiva a mandare fuori giri di notte. Lo stesso anno fu sospettato di contrabbandare armi da Monaco a Parigi in un'automobile con targa diplomatica. Il caso però fu lasciato cadere dalla procura del capoluogo bavarese.
Gheddafi fortunato
Gheddafi per la seconda volta sopravvive ad un bombardamento aereo. Era il 15 aprile 1986 i caccia-bombardieri F111 Usa su ordine dell'allora presidente Ronald Reagan effettuarono un bombardamento su Tripoli ma anche quella volta il Colonnello se la cavò, anche se perse la figlia adottiva
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