domenica 11 dicembre 2011

La «Canzone di Orlando» - Storia e leggenda.

II. La «Canzone di Orlando» - Storia e leggenda.
Non è certamente facile, ed esorbiterebbe dal nostro compito, ricercare chi sia stato il compilatore di questo Poema: nell’ultimo verso del codice di Oxford un oscuro trovero, Turold, volle lasciarci del suo nome e della sua opera una traccia, non però così certa e sicura da assicurargliene la paternità; esso poteva anche essere un semplice espositore o trascrittore. Più utile per i nostri lettori è invece conoscere quale sia il nucleo storico del poema e come abbia assunto il carattere di una vera epopea nazionale.



Lo storico Einardo ci ha lasciato il racconto di quegli avvenimenti che poi furono nella Canzone di Orlando trasformati in epopea. Carlomagno tornava da una spedizione contro i Saraceni nel Nord della Spagna; la sua retroguardia, comandata dal conte di Bretagna, Rolando o Orlando, fu sorpresa nelle valle di Roncisvalle dai montanari baschi. Questi, abituati a combattere fra le roccie e armati alla leggera, ebbero facilmente ragione dei cavalieri impacciati nelle armi pesanti e non abituati a quel genere di imboscate. I Francesi furono così accerchiati e massacrati senza che Carlomagno potesse nè soccorrerli nè vendicarli.
La leggenda fa invece Orlando nepote di Calomagno, ed uno dei dodici Pari di Francia: insieme con lui pone Oliviero, la sorella del quale, Alda, è fidanzata di Orlando, e l’arcivescovo Turpino con gli altri Pari di Francia e con il fiore dei combattenti francesi, in numero di 20 mila. Per dare a questa accolta di grandi cavalieri avversari degni di loro, invece che dai Baschi, la leggenda immagina che siano stati attaccati da 100 mila Saraceni, senza pensare che un tale esercito non avrebbe nemmeno potuto muoversi nelle anguste strette di Roncisvalle. E poichè non era verosimile una imboscata ed una sorpresa siffatta contro eroi così valorosi ed avveduti, si fa sorgere il tradimento, il Deus ex macchina di tutte le letterature eroiche primitive. Carlomagno, stretto un patto di tregua col re saracino Marsilio, lascia sicuro la Spagna; ma Ganellone ha preparato l’insidia per compiere con la morte di Orlando una sua personale vendetta. Ma un simile misfatto non è lasciato senza punizione, e mentre la storia dice che i Baschi rimasero impuniti, la leggenda fa tornare Carlomagno, chiamato dal suono dell’Olifante, in Spagna per sterminare i Saraceni e punire il traditore.
[cit. Catia Righi]

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