domenica 17 aprile 2011

Ruggero II e lo splendore di Palermo

Ruggèro II

d'Altavilla, re di Sicilia (? 1095-Palermo 1154). Dopo il brevissimo dominio del fratello Simone (1101-03), succedette nella contea di Sicilia al padre Ruggero I, sotto la tutela della madre Adelaide degli Aleramici di Monferrato. Alla morte di Guglielmo (1127), duca di Puglia, si appropriò della successione riunendo tutti i domini normanni. La formazione di un grande Stato preoccupò il papa Onorio II che, raccogliendo i malcontenti guidati da Roberto II di Capua, cercò con le armi e le scomuniche di impedirglielo; ma Ruggero II lo vinse e lo costrinse a investirlo del ducato (1128). Ridusse all'obbedienza i vassalli e in un'assemblea a Melfi (1129) affermò la propria sovranità. Alla morte di Onorio (1130) appoggiò Anacleto II, eletto dai Pierleoni, contro Innocenzo II, eletto dai Frangipane, e da Anacleto ebbe il titolo di re di Sicilia. Un legato di Anacleto lo incoronò solennemente a Palermo (Natale 1130). Quando le contese tra i due papi condussero l'imperatore Lotario II di Supplimburgo, sostenitore di Innocenzo II, per la seconda volta in Italia, la Puglia e la Campania furono in parte occupate dalle truppe imperiali e dagli alleati (1136); ma appena Lotario si ritirò, Ruggero II, che si era intanto rifugiato in Sicilia, sbarcò a Salerno e attaccò i feudatari ribelli, alleati di Innocenzo II e dell'imperatore. La morte di Anacleto (1138) lo privò di un valido appoggio, ma alla fine ebbe ragione dei feudatari e del papa che sconfisse e fece prigioniero sul Garigliano (1139), ottenendo col Trattato di Mignano il riconoscimento del regno. Le lotte sulla terraferma non lo distrassero dagli interessi sul mare. Come il padre, comprese che il possesso dell'isola implicava il predominio del Mediterraneo centrale. Pertanto fece guerra agli Arabi (conquistò Gerba, 1135; Tripoli, 1146; Gabès, 1148; Bona, 1152) e all'imperatore d'Oriente (1147; occupò Corfù e saccheggiò Corinto, Atene, Tebe, Negroponte). Anche nell'organizzazione del regno seguì le direttive paterne: fu tollerante degli usi, delle consuetudini e delle religioni delle diverse popolazioni che abitavano l'isola, ma instaurò un governo forte e accentrato. Favorì l'economia, la cultura, le arti e le scienze. A Palermo, centro d'incontro della civiltà greca, araba e latina, convennero letterati, filosofi e scienziati da tutta l'Europa. Le leggi e il catasto (1144) testimoniano la saggezza della sua amministrazione, lo splendore delle chiese e di altri edifici la florida civiltà dell'isola. 
Sapere.it 

1 commento:

  1. Dopo la dominazione Araba, che tanto splendore dal punto di vista delle colture, della cultura, dell'architettura, della rete idrica aveva portato alla città di Palermo, un vero sovrano, un vero amministratore saggio e parsimonioso ha gestito una delle corti più belle del mediterraneo. Una sala del Palazzo dei Normanni porta il suo nome e non a caso la più grande e decorata.

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